Ha salvato il campo, ma alla fine Fabio Gatti ha deciso di cambiare e vestire la maglia della squadra che invece è retrocessa in B, quella dell’Alta Langa. «Si è aperta questa opportunità non lontano da casa e l’ho presa al volo: è un progetto interessante con giocatori giovani e del territorio. Mi senti caldo per questa nuova esperienza? Sono bollente».
Ma neppure un po’ di nostalgia per la A?
«Mi sono divertito, ma ho imparato tantissimo nell’ultima stagione. Vero tutto quello che si dice sul salto di categoria, dalle giocate alla velocità del pallone, ma quello che più mi ha impressionato è come una partita possa cambiare da un semplice 15. Devi sempre essere presente, altrimenti ti mangiano: è una questione di mentalità».
Tutta esperienza per il prossimo campionato.
«Certo, ma non dobbiamo sederci, pensando che arrivando dalla A sia tutto più facile. Anzi, le difficoltà ci saranno come è normale che sia in un campionato. Ma siamo già un bel gruppo, questo sarà fondamentale».
E poi c’è un certo Steu a tenervi sul pezzo…
«Dogliotti è un grande direttore tecnico, la sua esperienza è un valore aggiunto per noi. Magari non potrà stravolgere il nostro modo di giocare, certamente saprà darci le indicazioni migliori per crescere. Non vedo l’ora di ascoltare i suoi insegnamenti».
Squadra completamente rinnovata con Umberto Drocco centrale, Federico Troia, Fulvio Cavallotto e Alfio Fontana come terzini, qualche preoccupazione per quest’aspetto?
«No, no. Come accennavo, dai primi allenamenti sul pallone abbiamo ho visto subito che c’è una buona sintonia, sono straconvinto che ci sarà il giusto equilibrio in campo sin dall’inizio».
Le motivazioni non mancano, ma allora quali sono gli obiettivi?
«Fare bene, sicuro. Sempre ovviamente con i piedi per terra. Poi se riuscirò a far meglio nell’ultimo campionato in B non sarebbe male».
Che vorrebbe dire finale e magari promozione. Allora un pensierino alla A lo stai facendo?
«Tutti partono per dare il massimo, meglio se vincendo. Poi come sempre parlerà il campo. Beh, mi piacerebbe tornare in A, ma conquistandola sul campo».
Già il campo, lo conosci?
«Ho giocato poco a San Benedetto Belbo. Però mi piace, batterò alla piemontese, cercherò di trovare al meglio le misure. Ogni tanto mi dicono che ci sia vento, ma è l’unico aspetto che non mi preoccupa dopo tanti campionati a Santo Stefano Belbo…».