Debutto tra i cadetti per Pietro Bovetti con la maglia che ha sempre vestito sin dai Promozionali.
La Merlese rientra in B, immagino un po’ di emozione?
«Sin da piccolo ho sempre sognato di poter giocare al massimo livello possibile nella squadra dove sono cresciuto. La società puntava a risalire e ci sono riusciti: per me è un orgoglio essere il capitano della Merlese in una categoria Senior così in alto»
È comunque un bel salto.
«Ci proviamo, con i piedi per terra e obiettivi minimi, cercando di uscire dal campo dopo ogni partita a testa alta».
Immagino che avrai cambiato qualcosa nella preparazione.
«Direi tutto: adesso sono seguito da Lorenzo Arioli che ha stilato un programma di lavoro anche per tutta la squadra. Ho anticipato l’inizio, partendo dalla pesistica, combinandola poi con la parte atletica. Sto insistendo su velocità, fluidità e prevenzione infortuni, ma soprattutto sulla resistenza: sappiamo che partiamo indietro rispetto agli avversari e dobbiamo essere pronti a partite lunghe e tirate. Sto lavorando sodo, cercando di far quadrare gli impegni universitari (in Veterinaria) con la pallapugno, provando a dare più spazio all’aspetto sportivo. Per ora tutto procede al meglio, anche il problema alla schiena che mi aveva dato fastidio nell’ultima stagione è risolto».
Il resto della squadra?
«È arrivato Luca Bruno dalla Monticellese, un centrale che conosce bene la categoria. Anche sulla linea dei terzini l’esperienza non manca con Alessandro Gregorio al muro, che l’anno scorso è rientrato a giocare con la maglia della Prodeo, mentre al largo ci sarà Enrico Monchiero che era rimasto fermo per un infortunio al crociato. A completare la rosa ci sarà il debutto nel balon di Nicola Berutti un prof di educazione fisica con un passato nel calcio come portiere. Stiamo facendo preparazione insieme, un modo soprattutto per consolidare il gruppo e conoscerci meglio: sarà fondamentale per tirare fuori il carattere e sostenerci in un campionato così impegnativo».
Almeno il campo lo conosci alla perfezione.
«Beh, quello sì. Non è uno sferisterio così supertecnico da poter far valere il fattore campo in modo determinante, ma ha comunque alcuni situazioni particolari. Toccherà a me e a mio papà Adriano che al momento ci sta seguendo come dt, farlo conoscere ai miei compagni».