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Pieve di Teco ritrova la serie A: una piazza storica, scudettata nel 1971 e nel 1972 con la formazione capitanata da Felice Bertola. Adesso il ritorno con un battitore di casa che ha conquistato la promozione sul campo, Sergio Seno.
Un po’ di emozione per questo traguardo?
«Certamente, ma anche un grande onore vestire la maglia di Pieve di Teco di nuovo in serie A dopo tanto tempo. Un grazie va prima di tutto alla società che sta facendo un grande sforzo per la prossima stagione».
Come affronti la stagione e soprattutto come ti stai organizzando con gli impegni universitari a Torino?
«Serenamente, in fondo nessuno si aspettava il traguardo della promozione e dunque giochiamo a mente libera, cercando di dare soddisfazioni ai nostri tifosi, pronti a sostenerci in ogni occasione. Speriamo solo che non diventino troppo esigenti…
Per me poi questo è l’anno della laurea, ma sono ormai abituato a gestire la situazione».
Hai cambiato qualcosa nella preparazione?
«Abbiamo finito tardissimo e mi sono preso un po’ una pausa. Sto lavorando sulla parte atletica e poi intensificherò man mano anche perché in serie A servirà anche una maggiore fisicità».
Dove pensi di dover migliorare?
«Dico sempre che vado per imparare. So che cambiano le situazioni tattiche, so che il pallone viaggia più veloce. Cercherò di conoscere prima possibile il passaggio di categoria, sperando che anche il mio pallone vada più veloce».
Avrai sempre a fianco un tecnico in panchina che la A la conosce bene…
«Credo che Giulio (Ghigliazza) sarà il più emozionato di tutti alla prima di campionato. Per noi è un valore aggiunto, una sorta di quinto giocatore in campo».
La squadra è rimasta la stessa della finale di serie B, com’è il vostro rapporto?
«Ottimo, con Luca (Molli) siamo in pratica vicini di casa, ci conosciamo da sempre. E anche con gli altri giocatori (Mirco Giordano e Diego Ghigliazza) il rapporto è consolidato da anni: questo può essere un punto di forza della nostra squadra. Sappiamo sostenerci in ogni situazione».
Domanda d’obbligo che obiettivi ti poni?
«Beh, la salvezza basta e avanza».
