Per il terzo anno consecutivo il presidente della Virtus Langhe, Domenico Adriano, ha deciso di confermare la stessa formazione, sempre capitanata da Paolo Vacchetto. «Ci siamo trovati bene subito, sia dal punto di vista personale che tecnico, siamo un gruppo compatto che sa sostenersi nei momenti difficili ed esaltarsi quando tutto gira al meglio. Sicuramente un valore aggiunto. E ormai anche nello sferisterio di Dogliani mi sento a casa. Nel prossimo campionato saremo sempre gli stessi, in campo (Nicholas Burdizzo, Gabriele Boetti e Roberto Drago, ndr) e in panchina (Alberto Moretti e Mauro Raviola, ndr), dove avremo anche la presenza di Gianni Barbero».
Facciamo un passo indietro, contento dell’ultima stagione?
«Nì, siamo usciti in semifinale contro una corazzata come quella albese, ma potevamo fare meglio nello spareggio. E potevamo fare meglio anche nella regular season. Adesso servirà fare un passo avanti in più».
Che vuol dire finale?
«Sì, e magari provare pure a vincere. E solo un piccolo gradino in più da salire, ma è quello più impegnativo. E ci vogliamo provare. Ovviamente step by step durante la stagione: abbiamo dimostrato già dalla Superlega che possiamo esprimerci ad alti livelli, di essere competitivi, ma è ovvio che dobbiamo limare alcuni errori per arrivare in fondo».
La testa è pronta direi, il fisico? Come ti sei preparato?
«Sono un po’ in ritardo: ho avuto un problemino al ginocchio e un po’ mi sono fermato per non avere guai più gravi dopo. E per non farmi mancare nulla ho pure preso il covid: nessun conseguenza, anche perché asintomatico, ma in quei giorni niente allenamenti sul pallone. Per il resto continua a seguirmi Michele Gandolfo, solo che mi sono iscritto al corso di Ingegneria informatica al Politecnico di Torino e dunque mi allenerò di più a Torino che ad Asti».
Un bell’impegno, magari dare anche due pugni nello sferisterio di corso Tazzoli?
«Sì certamente, ma sono riuscito a pianificare tutto, studio e balon, anche perché molte lezioni si tengono online. E poi qualche allenamento allo sferisterio di Torino penso di farlo; c’è anche Simone Vigna che studia al Politecnico: siamo entrambi battitori, non sarebbe male. Per portarmi avanti ho già chiesto le chiavi dell’impianto a Federico Milano (presidente della società torinese, ndr)».