Fabrizio Cocino: «Speriamo di avere presto certezze per ripartire»

Per il consiglio federale sono state settimane intese. Da un lato l’emergenza sanitaria che ha letteralmente sconvolto il nostro Paese, dall’altra la responsabilità di tutelare gli interessi del mondo sportivo della pallapugno. «La decisione di annullare i campionati è stata molto sofferta – spiega il vice presidente Fabrizio Cocino – ma le troppe incognite non consentivano di dare vita ad un campionato degno di questo nome. D’altronde, siamo quasi a metà luglio e ancora non si ha la certezza di quando il Governo consentirà la ripresa in tutta Italia degli sport di contatto come è classificato il nostro».
La volontà di riprendere l’attività sportiva, con la situazione sanitaria in miglioramento, si è concretizzata con l’organizzazione di un torneo che coinvolgerà le società di serie A: «Non abbiamo cambiato idea da un giorno all’altro, anzi abbiamo cercato da una parte di non perdere un anno, ma al tempo stesso di non caricare di troppe responsabilità le società. La proposta di ripartire con un torneo e’ sicuramente importante, perché cambia la prospettiva: si tratta di un evento più flessibile rispetto a un campionato e di durata più limitata. La partecipazione è libera ed hanno aderito tutte le società, ma se qualcuna non avesse partecipato non avrebbe perso il diritto. E le società in questo modo non hanno il peso di tutte le spese di un campionato, c’è un montepremi che verrà assegnato alle prime due società classificate».
Tutti insomma hanno fatto la loro parte.
«Sì, ma il consiglio federale aveva lasciato una porta aperta e si era già dato disponibile a promuovere eventi se le condizioni sanitarie lo avessero permesso. Detto questo, c’è ancora molto da fare: c’è da preparare il protocollo per le partite (il segretario generale, Romano Sirotto, ci sta lavorando da tempo assieme ad una Commissione composta da alcuni rappresentanti del Consiglio), ma soprattutto non ci sono ancora le autorizzazioni per giocare: in Piemonte per esempio attualmente i giocatori si possono allenare, ma non possono fare le classiche amichevoli. La situazione sanitaria sta migliorando è vero, ma adesso tutto è ancora bloccato: siamo in contatto con l’Ufficio Sport del Governo, con la Regione Piemonte e con il Coni, ancora ieri li abbiamo sentiti, per seguire la questione, evidenziando l’importanza per tutto il movimento di poter avere al più presto certezze».
Bisognerà dunque osservare le linee guida del Governo e delle singole Regioni: in Liguria c’è il via libera agli sport di contatto, in Piemonte dovrebbe arrivare a metà luglio. Poi per le partite bisognerà capire se a porte chiuse, oppure subito a porte aperte, magari con protocolli sulla falsariga di cinema o teatri. «Speriamo che questi aspetti si chiariscano al più presto – conclude Cocino – stiamo tutti lavorando per la ripartenza, perché crediamo che sia una bella occasione per il nostro movimento, ma dobbiamo ovviamente rispettare le indicazioni che ci saranno date per tornare a giocare una partita vera in uno sferisterio. Se ci saranno le condizioni allora si può pensare di organizzare ‘qualcosa’ anche per le altre categorie e il mondo giovanile, Centro tecnico compreso».

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