Le speranze degli azzurri ai Mondiali Cijb

Lunedì ci sarà la cerimonia di inaugurazione, poi una settimana di gare ai Mondiali spagnoli di Alzira, organizzati dalla Cijb. Ma quali sono le possibilità per gli azzurri?
Lo abbiamo chiesto a Giorgio Vacchetto che, con Olimpia Luparia, sarà alla guida tecnica della Nazionale italiana.
«Diciamo subito che nei sorteggi (quelli al maschile; in quello femminile è previsto un girone unico), non siamo stati fortunati. Nel gioco internazionale la Comunità Valenciana è sicuramente la favorita, dobbiamo giocarcela con i Paesi Baschi e il Portogallo, e in semifinale passano solo le prime classificate dei tre gironi e la miglior seconda. Nel torneo di one wall troviamo i fortissimi messicani, gli olandesi praticano molto questa specialità, più abbordabile sembra la sfida con i francesi».

C’è una novità nel gioco internazionale.
«Esatto: è stato deciso di tornare alla vecchia palla da tennis rasata. In realtà è una palla nuova, non realizzata artigianalmente, rasando appunto una palla da tennis: peccato che ci sia stata spedita solo qualche giorno fa e così non ci siamo potuti allenare con continuità. In questa specialità siamo sempre riusciti ad ottenere buoni risultati, ma visti gli avversari non sarà facile. Abbiamo allestito una squadra (con Marco Battaglino, Roberto Corino, Fabio Gatti, Enrico Parussa, Filippo Rey, Enrico Rinaldi, Massimo Vacchetto, Paolo Vacchetto e Giovanni Voglino) con giocatori che conoscono bene le dinamiche del gioco e alcuni giovani interessanti: faremo sicuramente una rotazione del gruppo».

Le nuove palle del gioco internazionale

Capitolo one wall.
«In questa disciplina ci sono veri specialisti, gente che gioca solo a one wall. Mancano gli statunitensi che sono veri professionisti, ma messicani, portoricani o argentini non sono da meno. E ci metterei anche spagnoli e olandesi che si stanno sempre più specializzando. Noi siamo migliorati nel colpo, nell’utilizzo di entrambi le mani, siamo andati ad alcuni tornei internazionali, ma comunque ci siamo dovuti adattare dalla pallapugno. E non è facile trovare campi dove giocare: c’è Nizza Monferrato, a Canale i muri ci sono, ma spesso non ce li hanno concessi per gli allenamenti, visto che sono in una palestra scolastica. Eppure questa specialità credo che possa avere un grande sviluppo: è facilmente intuibile, realizzare un campo non è complicato, forse si potrebbe arrivare ad un campionato solo di one wall. Iniziando anche con i giovani, meglio se con un guanto più protettivo: se provi a giocare e ti fai subito male, smetti immediatamente…
Chi giocherà ai Mondiali? Non abbiamo tanti riferimenti dal campo, ma credo Enrico Rinaldi, Massimo e Paolo Vacchetto abbiamo più esperienza in questo gioco».

Al femminile?
«Vale un po’ lo stesso discorso: il percorso è quello della pallapugno, considerando in più che con la pandemia c’è stato un calo delle giocatrici. Servirebbe un ricambio maggiore: si è fatto molto solo in Liguria».

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