Un gradito ritorno alla pallapugno giocata, quello di Daniel Giordano che nel prossimo campionato sarà capitano della Don Dagnino in serie B.
«Mi mancava troppo. D’accordo, è stata una mia scelta quella di fermarmi ormai due anni fa. Se nel 2020 non ho sentito la lontananza, visto che giocava sono la serie A, l’anno scorso quando ho visto tutti in campo non ce l’ho più fatta: questo è il mio mondo. C’è stata la possibilità di giocare con Don Dagnino e l’ho accettata al volo».
In fondo è la tua casa.
«Sì, lo sferisterio è a cinque minuti da casa, ci sono cresciuto pallonisticamente, conosco tutti e gioco con amici».
Allora sarà più facile il rientro.
«Questo te lo dirò dopo le prime partite. L’anno scorso non ho resistito e qualche pugno l’ho dato, ma la partita è un’altra cosa. Fisicamente pensavo peggio, invece non sono così arrugginito, non sono calato rispetto a quando giocavo seriamente. Però, ripeto con la palla sarà un’incognita».
Dai, mica ti sai dimenticato come si fa.
«Spero di ricordarmi».
La squadra?
«Beh, ci stiamo allenando insieme, anche perché ci conosciamo da sempre. Siamo tutti cresciuti con la maglia della Don Dagnino. Fabio (Novaro Mascarello, ndr) è una garanzia, Albert (Capato, ndr) è al primo anno in B, ma ho spinto per farlo giocare visto che credo che valga questa categoria, mentre Roberto (Ciccione, ndr) ha disputato diverse stagioni in B e sa cosa bisogna fare. E poi è arrivato anche Paolo Massone a integrare il gruppo, un amico ai tempi di Taggia».
E in panchina è arrivato Piero Pellegrini.
«Ho chiesto fortemente che ci fosse: mi sono trovato benissimo con lui quando ero alla Taggese».
Domanda scontata, obiettivi?
«Se ti dicessi un traguardo che mi sono posto per questo campionato, come facevo qualche stagione fa, ti direi una falsità. Davvero non so proprio dove posso arrivare, vista la mia situazione. Di sicuro ho una voglia arretrata di pallapugno e a 36 anni non ho paura di quello che potrà succedere. So solo che non vedo l’ora di giocare la partita, l’unico obiettivo è la speranza di fare un bel campionato».